Gli interessi dei consumatori non interessano a nessuno

Juma JannelliLa tentazione di dare retta al consiglio del Senatore svizzero-molisano Razzi è molto forte Ma ora che non corro più il rischio di perdere il budget della Procter & Gamble e di rendermi inviso all’establishment, non resisto all’idea di dire la mia su un argomento che dovrebbe rientrare nella deontologia pubblicitaria e cioè il rispetto del consumatore, destinatario della comunicazione. Da tempo immemorabile abbiamo avuto a che fare con organismi di controllo piuttosto che di altra natura e titolo che dovrebbero difendere gli interessi di chi acquista spinto da pubblicità che contiene promesse ingannevoli. I meno giovani non possono non ricordare il caso del galletto amburghese Vallespluga. Ebbene in quel caso la pubblicità fu interrotta solo perché, in sede legale, un concorrente di Cesena poté sostenere che quelli della Vallespluga erano poco più che pulcini e, per giunta, neanche di razza amburghese. Ma i casi più macroscopici d’inganno, da sempre li ritroviamo nell’area dei prodotti finanziari piuttosto che nei segmenti di toiletries e cosmetica. Oggi si notano meno per la semplice ragione che gli investimenti sono ridotti al minimo e poi i posizionamenti sono ormai consolidati. Non possono però essere sfuggiti messaggi che, molto al di là della legittima enfasi, magnificano veri e propri miracoli: “… arresta la caduta del 75,3%”, “…aumenta l’infoltimento del 46,6%” piuttosto che “…fa sparire la cellulite”. A parte il fatto che non si capisce come si possano fare verifiche sugli scostamenti percentuali non essendo chiaro il dato base di riferimento, nella sostanza si tratta di una promessa ingannevole di beneficio, anche se puntualmente arriva il commento piccato che manca la prova scientifica perché si aspetta l’esito degli esami dell’Istituto Farmacologico dell’Università di Morano Po. E poi qualunque pubblicitario che, com’è noto, è fra i pochissimi esseri viventi in grado di simulare intelligenza, con un minimo di competenza e onestà intellettuale non può non ammettere che non esistono lozioni per capelli o creme per il corpo in grado di garantire i risultati promessi. Garzoni di parrucchiere e allieve infermiere sanno benissimo che i problemi tricologici come quelli relativi alla cellulite hanno cause endogene per cui… Sono stato recentemente colpito da un annuncio di taglio scopertamente “moralizzatore” della pubblicità. L’invito è a segnalare casi di pubblicità offensiva (di chi e di che cosa?), falsa (non ingannevole), violenta (nel contenuto? nella forma?) e volgare (in che senso?). Siamo nell’area di aspetti formali, delle sensibilità “ferite” e dei giudizi soggettivi, quindi opinabili. Aria fritta, insomma. Non importa, mi son detto, meglio di niente. Ecco un consiglio pratico in difesa dei consumatori. Nossignori. Il finale della body copy non fa mistero che i destinatari…“non ri- pubblicate le campagne già bloccate” sono le agenzie e i media. E i coniugi Mariani ingannati dalle false promesse? Per dirla con Emanuele della Casa, discendente del Monsignore, “si fottano”. PS: Qualcuno ancora nel business, con molto sussiego, mi ha argomentato che altri organismi devono tutelare l’interesse del consumatore. Per favore, un po’ di decenza retorica!!! Se risulta inefficace la magistratura ordinaria, cosa possiamo aspettarci da surrogati in esclusiva difesa di trasparentissimi interessi corporativi?

 

Juma Jannelli

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