Netcomm Focus Fashion & Lifestyle, in crescita consumatori e spesa online
Il 10 luglio si è tenuto, per il secondo anno consecutivo, il Netcomm Focus Fashion & Lifestyle, appuntamento di riferimento per la trasformazione digitale e l’e-commerce delle aziende del fashion, del beauty e del design promosso da Netcomm in collaborazione con Fashion Magazine. Una seconda edizione caratterizzata da numerosi interventi di realtà d’eccellenza e dalla presentazione delle tendenze e di un mercato che comprende molte imprese simbolo del made in Italy e che ha enormi potenzialità di espansione e di successo sui canali digitali. Sempre più persone utilizzano abitualmente il web per effettuare i propri acquisti: il numero di e-shopper nel mondo è salito da 1,77 miliardi del 2017 a quasi 2 miliardi nel 2018, e si prevede che entro il 2022 arriveranno a superare i 2,5 miliardi. Anche le vendite online seguono questo trend: nel 2017 hanno superato i 2.300 miliardi di dollari e si stima che nel 2018 sull’online verranno effettuati acquisti per un valore di oltre 2.800 miliardi[1]. Anche il mercato del lusso nel suo complesso segue il trend crescendo in maniera consistente nell’ultimo decennio: la spesa per questa tipologia di beni è salita di quasi 100 miliardi di euro, passando dai 170 miliardi del 2007 ai 262 del 2017. In questo scenario in continuo sviluppo, qual è il ruolo dell’industria del fashion? Il numero di consumatori mondiali che scelgono il web per acquistare capi di abbigliamento, footwear e accessori aumenta con un tasso di crescita annuo medio del 9% tra il 2016 e il 2022: sono passati da 948 milioni nel 2016 a 1.062 milioni nel 2017; le stime per il 2018 li attestano a 1.178 milioni e il trend proseguirà nei prossimi anni fino a toccare la quota 1.580 milioni nel 2022. L’incremento della spesa di questi consumatori in abbigliamento e accessori aumenta a un tasso di crescita annuo medio ancora superiore (12%) tra il 2016 e il 2022, passando da 322.521 milioni di euro (2016) a 377.704 milioni di euro (2017), quest’anno supererà i 435 milioni fino ad arrivare a 645 milioni nel 2022. Il negozio è ancora un luogo cruciale – anche alla luce del fatto che nei punti vendita viene effettuato il 63% degli acquisti – ma la rivoluzione tecnologica lo sta riconfigurando: basti pensare al self-checkout e al programma loyalty proposti da Zara, all’integrazione di online e offline di Sephora, che con il suo click&collect permette di acquistare il prodotto sul sito e ritirarlo in 2 ore nel punto vendita, al negozio-entertainment di Adidas o alla virtual reality integrata nei punti vendita di Gucci. L’acquisto è soltanto una parte del processo conversazionale che si instaura tra il cliente, il brand e il venditore e diversi fattori contribuiscono a rendere soddisfacente l’esperienza in negozio: il 58% dei consumatori ritiene importante il pagamento self-service, il 70% apprezza la possibilità di trovare offerte real-time personalizzate, il 57% giudica utili gli schermi per vedere e ordinare prodotti, il 73% vuole addetti alla vendita preparati Il personale del negozio è portatore di una nuova cultura e deve essere adeguatamente formato, visto che il suo ruolo è fondamentale per la creazione di una relazione rinnovata col cliente, che anche grazie alla tecnologia diventa più esperienziale e caratterizzata dall’erogazione e dalla condivisione di contenuti. I dati presentati durante la seconda edizione del Netcomm Focus Fashion & Lifestyle mostrano che la crescita digitale del settore è destinata a continuare a ritmi sostenuti anche nei prossimi anni, ma sono numerose le sfide da affrontare per proseguire al meglio il cammino di innovazione intrapreso. «Il digitale sta offrendo opportunità allettanti a tutte le imprese attive nel settore del fashion, della cosmetica e del design, alcune delle quali esprimono tutta la qualità del Made in Italy – ha sottolineato Roberto Liscia, presidente di Netcomm -. Brand e aziende dovranno essere capaci di ripensare in modo profondo i propri modelli di business e la relazione con il mercato, saranno chiamati ad accorciare i tempi del ciclo che porta dal design allo scaffale per rispondere alle esigenze dei consumatori e dovranno puntare sull’evoluzione del negozio in ottica multicanale, integrando nel punto vendita le tecnologie digitali, formando adeguatamente gli addetti e stimolando il contatto diretto con i consumatori. Infine, le aziende dovranno cogliere l’opportunità offerta dalla grande quantità di dati disponibili sulle abitudini di consumo per comprendere meglio il mercato, connettersi con i consumatori e creare una relazione che generi un valore reciproco».