Rinascimento elettronico, a Firenze
Fondazione Palazzo Strozzi presenta al pubblico Bill Viola, con “Rinascimento elettronico”, una grande mostra che celebra il maestro indiscusso della videoarte contemporanea. Iniziamo a scoprire l’artista, torneremo anche sulla mostra. La retrospettiva copre oltre quarant’anni di carriera di uno dei pionieri della videoarte grazie a una selezione di ventisei opere in grado di coprirne tutte le fasi creative. Il titolo – che riprende la felice definizione di “pittore elettronico” coniata da Maria Gloria Bicocchi – vuole evocare al contempo l’arte del passato, in particolare quella fiorentina che è stata ispirazione e punto di riferimento dell’artista, e la componente tecnologica, elemento centrale nella pratica dell’arte delle immagini in movimento. Oltre alle questioni puramente estetiche o espressive, attraversare la quarantennale carriera di Bill significa anche osservare decenni di sviluppi tecnici, dagli archeologici monitor anni Settanta agli schermi al plasma, in un crescendo di produzioni sempre più ambiziose, dalle riprese in diretta dalla quotidianità agli effetti speciali e alle scenografie “hollywoodiane”. Sbarcato nel 1974 a Firenze per diventare il “tecnico americano” – come, affettuosamente, tutti lo chiamavano – di art/tapes/22, la galleria e centro di produzione di Maria Gloria Bicocchi, Bill passò un anno e mezzo in città, partecipando a quella che era ancora una scena contemporanea di respiro internazionale. Viola arriva a Firenze quale primo assistente e direttore tecnico per gli artisti che vengono a produrre le loro opere nello studio in via Ricasoli al numero 22. L’artista ricorda: nel pomeriggio “il mio nuovo collega Alberto Pirelli mi condusse alla chiesa di Santa Croce con gli affreschi di Giotto, i rilievi scolpiti in prospettiva da Donatello, le tombe di Michelangelo e di Galileo. Ero in uno dei più importanti monumenti sacri dell’arte e della scienza”. E oggi, all’interno della cornice di uno dei capolavori dell’architettura rinascimentale fiorentina, negli spazi del Piano Nobile e della Strozzina, la retrospettiva dedicata proprio all’artista Viola. La Fondazione organizza esposizioni d’arte che spaziano dall’arte antica al Rinascimento fino all’epoca moderna e l’arte contemporanea. Esplorando spiritualità, esperienza e percezione Viola indaga l’umanità: persone, corpi, volti sono i protagonisti delle sue opere, caratterizzate da uno stile poetico e fortemente simbolico in cui l’uomo è chiamato a interagire con forze ed energie della natura come l’acqua e il fuoco, la luce e il buio, il ciclo della vita e quello della rinascita. Fu proprio a Firenze che Viola scoprì, oltre al Rinascimento, la vera “funzione” delle opere d’arte all’interno della vita, umana e sociale. Quello che Firenze rappresenta per l’artista è un po’ racchiuso in queste parole: “Dopo una visita agli Uffizi sentivo fortemente che i musei erano stati creati per l’arte e non l’arte creata per i musei, come accadeva nella scena contemporanea che avevo lasciato a New York. Inoltre, molte delle opere medievali e rinascimentali che avevo visto in quei primi mesi a Firenze non erano neanche nei musei. Erano nella comunità, in luoghi pubblici – cattedrali, chiese, cappelle, corti, monumenti, uffici municipali, piazze e facciate di palazzi – e, di più, molte opere erano ancora nei luoghi per i quali erano stati commissionati cinquecento anni prima. L’atmosfera era satura di idee d’arte e di cultura. Avevo capito presto che qui la storia era veramente parte del presente. E che le idee più nuove circolavano in un insieme più grande. Mi ricordo che spesso vedevo una vecchietta per strada che veniva la mattina a mettere l’acqua fresca o dei fiori nuovi sotto un quadro della Madonna in una piccola edicola all’angolo del suo palazzo. Questo ha dato un contesto nuovo alla mia idea di apprezzamento artistico”. (Bill Viola 2003). In un percorso espositivo unitario tra Piano Nobile e Strozzina la mostra ripercorre – attraverso straordinarie esperienze di immersione tra spazio, immagine e suono – la carriera di questo artista, dalle prime sperimentazioni degli anni settanta fino alle grandi installazioni successive al Duemila.
Adele Messina
Giornalista, blogger, Tecnico per la Comunicazione e il Multimedia nel Patrimonio Culturale, Turismo ed Enogastronomia
Per entrare in contatto con l’autrice: adelemessina.press@gmail.com