Rai, Gubitosi: «La legge che regola il canone è obsoleta»
Intervenuto al convegno Eurovisioni, dedicato quest’anno alla riforma del canone radiotelevisivo in Europa nell’era digitale, Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, ha affrontato alcune tematiche legate al servizio pubblico. «La Rai ha bisogno di certezza per quanto riguarda le risorse economiche. Non ci possono essere variazioni di anno in anno perché altrimenti si pianifica male. La durata triennale del contratto di servizio – ha aggiunto il manager – è relativamente breve e comporta un’incertezza di risorse». Quanto al pagamento del canone, «si basa su una legge del 1938, quindi obsoleta. Oggi, con le nuove tecnologie, sono sempre di più le persone che usufruiscono dei programmi televisivi attraverso apparecchi diversi dal televisore».La lotta all’evasione del canone deve essere dunque «uno dei principali obiettivi», ha proseguito Gubitosi ricordando che «il canone è stato creato in Gran Bretagna per eliminare la dipendenza dal governo. Se tutti lo pagassero – ha osservato – potrebbe essere inferiore a quello attuale e le fasce più deboli della popolazione potrebbero essere esentate». Per quanto riguarda il capitolo contenuti il manager ha quindi sottolineato che la Rai «non si limita a produrre programmi e a trasmetterli ma sostiene anche la filiera audiovisiva, essendo tra i principali finanziatori del settore cinematografico. E lo stesso vale per il comparto fiction». Quanto alla gestione dell’azienda Gubitosi ha detto che «la Rai rappresenta un piccolo miracolo perchè con meno risorse e meno dipendenti rispetto alle altre aziende europee che garantiscono il servizio pubblico radiotelevisivo ha una audience maggiore». Infine, dopo aver smentito alcune indiscrezioni di stampa sull’imminente sostituzione di alcuni direttori di rete, Gubitosi ha riservato una stoccata a Google: «Noi riteniamo che abbia un vantaggio indebito dal punto di vista fiscale».