L’agenzia Alkemy firma il primo “sito speakeasy” al mondo: 1930.sh
L’agenzia Alkemy mette in campo le sue competenze media e di comunicazione digitale in modo totalmente unconventional, dando vita al primo “sito speakeasy” al mondo: vetrina sul web del 1930, il locale speakeasy (dai locali clandestini dove durante gli anni del proibizionismo USA si vendevano alcolici) di Milano. In un mondo dove tutti vogliono essere visti c’è infatti un luogo, a Milano che vuole restare nascosto. Il 1930 è il primo locale di questo genere a Milano: difficile da trovare, selettivo nella clientela e con l’intenzione di rimanere tale. Anche online, quindi, non poteva che essere così. Ad Alkemy è stato quindi affidato l’incarico di pensare, progettare e realizzare un sito difficilmente raggiungibile e “nascosto” ai più. È nato così il primo “sito speakeasy” al mondo: www.1930.sh, dove “sh” sta per “shhhh… non dirlo a nessuno”. Trovarlo non è facile. Anzi, è praticamente impossibile perché, digitando l’indirizzo, si giunge al sito di un take away cinese. Chi è abbastanza scaltro può intuire che questa sia la copertura del vero sito… così come i negozi di fiori, le latterie, le barberie erano la copertura dei locali dove bere alcolici ai tempi del proibizionismo anni ’30. Infatti questo altro non è che l’inizio di una rigida selezione, che porterà solo gli utenti più curiosi e determinati a ricevere i cookies giusti per essere re-targettizzati e condotti verso un sito di e-commerce. Da qui, solo con la giusta combinazione di acquisti, si potrà avere l’opportunità di accedere al retro del take away cinese: l’ambito ed “esclusivo” sito del 1930. «L’idea – dichiarano i direttori creativi esecutivi Federico Ghiso e Giorgio Cignoni – è stata proprio quella di ricreare anche online la stessa esperienza del locale speakeasy, replicando le dinamiche di segretezza che avvenivano ai tempi del proibizionismo. In quegli anni accedere al retro di questi locali era privilegio di pochi e allo stesso modo, oggi, accedere al sito del 1930, e poi all’interno del locale, vuole rimanere un privilegio esclusivo dedicato solo a un ristretto numero di persone». «Per ricreare questa dinamica – continua Gianpaolo Vincenzi, vp media e performance – abbiamo utilizzato alcuni degli strumenti che usiamo con i nostri clienti per aumentare la conversione delle loro campagne online. Li abbiamo usati volutamente al contrario per raggiungere gli obiettivi opposti: bassissimo tasso di conversione del re-targeting e altissimo bounce rate del sito, proprio come accade per i locali speakeasy il cui principio è di non farsi trovare e “rimbalzare” le persone all’ingresso». «Nasce così un sito introvabile e volutamente poco social – conclude Matteo Menin, vp communication – in piena linea con la rigida filosofia di Flavio Angiolillo e Marco Russo, i fondatori e creatori del 1930 che hanno aperto questo locale per gli amici e i clienti affezionati del Mag Café e che con questo sito fanno un’ulteriore selezione all’ingresso, rendendo ancora più esclusivo e ambito il 1930». All’ideazione e allo sviluppo dell’intero progetto hanno lavorato Michele D’Amore (copywriter) e Nicola Gotti (design director ), insieme a Gianmarco Simone (frontend developer) che ha seguito il design e lo sviluppo del sito. La campagna di retargeting è stata gestita da Seolab con Criteo, media partner di tutto il progetto.