Rai: nel 2013 torna l’utile, non si smette d’innovare e investire sulla fiction, l’adv fa –8,5%
La Rai ha prodotto utili. Il segnale dei vertici di Viale Mazzini è arrivato in un momento delicato. In queste settimane il commissario per la spending review, Carlo Cottarelli, ha infatti terrorizzato interi settori della pubblica amministrazione. I suoi tagli annunciati, i suoi interventi sui costi ridondanti e sulla spesa ritenuta improduttiva incombono su tante strutture e persone. Tra i suoi possibili bersagli in queste settimane sono stati citati anche le Authority e la Rai (specie le sedi regionali). Nei giorni scorsi poi, Beppe Grillo aveva “puntato” l’attuale gestione della televisione pubblica, destinata – secondo lui – a presentare bilanci ancora in profondo rosso e straordinariamente ‘pesanti’ per le tasche dei cittadini. «La Rai è il peggiore disastro d’Italia» aveva detto il capo del Movimento Cinque Stelle. Con la conferenza stampa di ieri il direttore generale Luigi Gubitosi ha voluto rispondere implicitamente ed esplicitamente a tutte queste sollecitazioni. La Rai chiude il bilancio del 2013 in attivo, con un utile netto di 5 milioni di euro, in significativo miglioramento rispetto alla perdita di 245 milioni registrata nel 2012. Il direttore generale ha spiegato come i risultati anticipino il conseguimento degli obiettivi di risanamento del piano industriale 2013-2015. «Abbiamo compensato la caduta dei ricavi con tagli significativi sui costi». In particolare il costo del lavoro si è ridotto di oltre il 2% e settecento persone non sono più in organico, mentre i costi esterni per beni e servizi sono calati di 189 milioni. I risparmi di Gubitosi hanno riguardato vari ambiti: scenografie (–26%), trasferte dei dipendenti (–5,5%), noleggi delle autovetture, abbonamenti telefonici (–33%). Nonostante tutti questi risparmi, ha sottolineato il d.g., la Rai ha mantenuto il primato negli ascolti. Ottenendo il 40% di share in prima serata considerando anche i risultati delle tematiche Rai, che hanno reso il 5,7% (sempre in prima serata). Non si è inoltre evitato di far avanzare l’innovazione tecnologica ed imminente ora la digitalizzazione degli studi di Tg1 e Tg3. Gli investimenti nella fiction, inoltre, non sono stati penalizzati, passando dai 167 milioni del 2012 ai 194 del 2013. Altri dati citati dal direttore generale, il risultato netto è stato di +250 milioni, il risultato operativo di +231 milioni sul 2012, con un saldo positivo di 66 milioni. Il Mol registra +169 milioni anno su anno attestandosi a 663 milioni lo scorso anno. La posizione finanziaria netta registra –75 milioni anno su anno toccando nel 2013 quota 441 milioni. In calo – come è noto – ma meno della media del mercato e del principale concorrente, la raccolta pubblicitaria (–8,5%).