L’arte che dissacra l’arte
Da Pubblico 1203/1204
I creativi pubblicitari si ispirano all’arte per la sua autorevolezza e per il suo linguaggio universale, spesso solo citando ma più frequentemente dissacrando l’auctoritas degli artisti
In principio fu Ferrarelle: nel lontano 1981 fu l’agenzia Rizzi & Associati a usare ‘impropriamente’ il volto celebre quanto enigmatico della Monna Lisa per riproporlo nella versione liscia o gassata. In campo pubblicitario citare, ma ancora più spesso dissacrare, un’opera famosa funziona. Il motivo è semplice: il riferimento all’opera d’arte conferisce autorevolezza e sfrutta un linguaggio globale e fruibile da tutti….
Per leggere l’intero servizio scarica il pdf
Condividi