I POLLI SONO POMPATI
Niente di più falso e tuttavia è una convinzione di molti. Per mia personale curiosità, da anni seguo in modo approfondito il settore degli allevamenti avicoli. Quelli cioè che vengono chiamati intensivi, ma che ho scoperto sarebbe più corretto definire “protetti”. Il settore pubblicitario potrebbe essere un buon alleato del settore avicolo, ma si limita a produrre campagne che illustrano generiche bontà affiancate a didascaliche affermazioni che poco raccontano di quanto invece meriterebbe essere descritto. Anche a causa di questi approcci superficiali, affermazioni come “i polli sono pompati” circolano molto, perché quando si lascia che una fake circoli, magari lasciando che venga supportata con servizi pseudo giornalistici, di conseguenza la rete si inonda di fake su fake, facendo rimbalzare affermazioni che si tramutano in convinzioni “di gruppo” errate. Nel settore avicolo molti addetti ai lavori ritengono che una fake si smonti da sola nel tempo. Purtroppo non è così. Basta chiedere alle persone cosa pensano del sistema avicolo e di come credono che funzioni per sentirne delle “belle”, quasi tutte derivanti da fake. Ma chi assorbe queste false informazioni non ha grandi colpe perché è difficile trovare tutte le risposte su come i polli vengono selezionati, allevati, nutriti e gestiti. Quasi tutti consumiamo prodotti di cui non conosciamo che poche cose: riconosciamo i prodotti per nome (per distinguere fra prodotti sostanzialmente uguali) e possiamo ricevere qualche “informazione” leggendo quanto riportato sulle etichette. Ma dovremmo abituarci a cercare autonomamente informazioni sul nostro cibo, almeno quanto lo facciamo per conoscere i luoghi di vacanza prima di andarci. Se lo facessimo con la carne di pollo, scopriremmo che le normative vietano l’uso di trattamenti non naturali per tutto il pollame. E tuttavia scopriremmo che i polli, proprio come gli esseri umani, producono naturalmente ormoni della crescita (il progesterone, il testosterone e gli estrogeni) e che non ci sarebbe alcun motivo nel pompare il pollame. Non solo perché sarebbe causa di stress per gli animali, ma anche perché sarebbe estremamente costoso iniettare qualunque cosa in ogni singolo pollo (e farlo tramite acqua o mangime è specificatamente proibito dalla legge). I polli allevati dagli avicoltori professionisti, crescono in modo naturale per circa 7-9 settimane, non a causa di “pompaggi” artificiali, ma per la semplice conseguenza di un’attenta selezione delle razze da riprodurre e per merito dei progressi fatti nei metodi di allevamento, nella tecnologia, nella nutrizione e nella cura del benessere animale. Rispetto al passato, anche il genere umano si è geneticamente modificato in altezza, salute, corporatura. I nostri figli assumono ossatura e muscoli già diversi da quelli di chi li ha generati, soprattutto perché la nutrizione e le condizioni di vita influiscono sul benessere dell’individuo. E i polli non sono da meno. Anzi, vengono seguiti e nutriti con tante attenzioni che gli allevatori devono rispettare. I protocolli sanitari destinati al genere umano sono in confronto molto carenti. Oggi i polli sono più grandi di un tempo per via del fatto che sono state selezionate razze allevate in locali a clima controllato, in biosicurezza e caratterizzate da una naturale maggiore crescita consumando spontaneamente meno acqua e cibo dei loro antenati. Oggi la popolazione mondiale avanza rapidamente verso il raddoppio: chi pensa a garantire che si possa disporre di cibo a sufficienza per tutti? La risposta è “la ricerca e il progresso della scienza alimentare” che non sono mai state più importanti di quanto lo siano oggi per riuscire a rispondere alle necessità alimentari mondiali prima che questo problema si verifichi, tenendo conto che tali pratiche aiutano anche a mantenere il cibo a prezzi accessibili. La crescita dei polli da carne di oggi è la conseguenza di miglioramenti lenti, nella genetica, nella nutrizione, nella gestione e nel controllo delle malattie. Il comparto avicolo serio è sano, agisce in difesa della salute e del benessere degli animali che alleva e di conseguenza anche del cliente finale. Lo fa certo anche per la propria reputazione, ma anche perché se non lo facesse si darebbe “la zappa sui piedi”. Ogni marchio che caratterizza un’azienda avicola non è solo un esercizio grafico ideato per scopi commerciali, ma soprattutto la prova che quell’azienda ci mette la faccia.
Pietro Greppi
ethic advisor e fondatore di Scarp de’ tenis
Per entrare in contatto con l’autore: info@ad-just.it