Rilegno: il presidente Nicola Semeraro e l’economia circolare… come quella del legno
Con Nicola Semeraro, presidente di Rilegno, è inevitabile che parlando di economia circolare emerga subito la rilevanza che questo termine assume nel riciclo del legno. E infatti è successo anche in questa intervista.
Presidente Semeraro, qual è il ruolo del Consorzio Rilegno in questo particolare momento storico?
“Non ci interessa dire quanto siamo bravi, ma sottolineare quanto siamo utili al Paese e alla comunità”. Il Consorzio ambientale da 25 anni si occupa di raccogliere e riciclare il legno in Italia. Quasi 2.000 consorziati, 400 piattaforme private che raccolgono il legno, 4.500 Comuni convenzionati e 15 impianti di riciclo. Questi, insieme ai cittadini e alle imprese italiane, sono gli attori dell’economia circolare del legno. Un sistema che ogni anno avvia a riciclo quasi 2 milioni di tonnellate di legno generando importanti vantaggi economici e ambientali. In Italia la pratica del riciclo del legno viene da lontano e risale ancor prima del decreto Ronchi che nel 1997 ha introdotto i consorzi per il riciclo degli imballaggi. Rilegno, nato proprio in seguito a quel decreto e in attuazione delle direttive europee sui rifiuti e gli imballaggi, ha dimostrato fin da quando il tema non era considerato così centrale che è possibile realizzare un sistema di economia circolare efficace per tutta la filiera. In 25 anni questo sistema ha creato una “nuova” economia che ha prodotto risultati importanti sia in termini ambientali che per la capacità di creare sviluppo e occupazione in cui si pone all’avanguardia in Europa. Oggi questo sistema tiene insieme, in un equilibrio virtuoso, dai produttori di cassette per l’ortofrutta della Sicilia, ai mobilieri della Brianza generando un impatto economico di 2 miliardi di euro, oltre 10mila posti di lavoro diretti e soprattutto un “risparmio” nel consumo di CO2 pari a quasi 2 mln di tonnellate.
Quanto è importante il riciclo degli imballaggi in relazione all’aumento dei costi e alla scarsità delle materie prime?
Costi e disponibilità del legno come materia prima stanno provocando seri problemi, ma evidenziano anche l’importanza del riciclo e della rigenerazione degli imballaggi per un Paese, come il nostro, che spende ogni anno 8/9 miliardi per acquistare legno dall’estero. Nel 2021 le tonnellate di legno recuperate e avviate a riciclo sono state circa 2 milioni, circa il 64% sul totale degli imballaggi immessi al consumo (già oltre l’obiettivo del 30% fissato dall’Unione Europea per il 2030). Va ricordato che il 95% del legno riciclato diventa nuova materia prima, sotto forma di pannelli truciolati, linfa vitale per tutto il settore del legno-arredo. Nella sfida della sostenibilità degli imballaggi, una fase importante, in ottica di prevenzione, è quella della rigenerazione e riutilizzo. L’attività di rigenerazione dei pallet ha raggiunto numeri importanti: 827.000 tonnellate recuperate, cioè oltre 60 milioni di pallet usati, rigenerati e reimmessi al consumo.
Il legno è certo un materiale prezioso e dalle molte vite. La sostenibilità è quindi per voi un punto cardine?
I valori legati alla natura e alla sostenibilità fanno parte da sempre del DNA di Rilegno. Oggi l’attenzione alla sostenibilità non è più un’opzione, ma un dovere. Il cambiamento climatico, i disastri ambientali, eventi tragici come la pandemia… chiamano ad una forte responsabilità e chi non se la assume non potrà più dichiararsi protagonista del futuro se non in senso negativo. Dalla sostenibilità e dalla circolarità non si può prescindere e il riciclo del legno è certo la risposta responsabile e indispensabile per un’economia che intenda rispettare l’ambiente e le persone.
Pietro Greppi
ethic advisor e fondatore di Scarp de tenis
Per entrare in contatto con l’autore: info@ad-just.it