Primo Barzoni a.d. Palm e la filiera etica del pallet
Ho incontrato Primo Barzoni, a.d. di Palm, azienda che, pur trattando un prodotto quasi invisibile come di fatto è il pallet, si impegna da sempre a garantirne i criteri di sostenibilità ambientale, rispetto di filiere certificate, qualità e sicurezza dei criteri da garantire nel suo riuso. Conosco Primo da molti anni e ne ho sempre ammirato la costanza con cui sottolinea e persegue i percorsi di chi come lui pretende che i sistemi circolari siano reali e sostenuti. Gli ho chiesto alcune precisazioni sul perché il suo impegno è così importante. Ecco le sue risposte.
Perché il pallet è definibile lo strumento più importante nell’economia globale, eroe sconosciuto e anello centrale nella catena di fornitura?:
“Il pallet di legno è la vera interfaccia nella movimentazione e nella distribuzione, motivo per cui è essenziale in ogni filiera produttiva. Tramite il pallet si movimenta il 95% di ogni prodotto. La sua utilità facilita la ricezione e preparazione di ordini e spedizioni, la pallettizzazione e lo stoccaggio. Tuttavia è invisibile e non considerato nel suo impatto sociale e ambientale sia dal pubblico generico, sia soprattutto e purtroppo da molte aziende e operatori che lo utilizzano. Un pallet realizzato con risorsa forestale gestita nei criteri di legalità, sostenibilità e tracciabilità di una filiera che vada dal bosco all’utilizzatore, diventa un vettore di Sviluppo Sostenibile e offre numerosi vantaggi nella rendicontazione del percorso di Responsabilità Sociale e ESG.”
Come spieghi alle aziende clienti l’importanza di promuovere filiere certificate nel pallet in legno?
“Usiamo legno proveniente solo da fonti sostenibili e foreste certificate PEFC. Anche l’Unione Europea e l’Italia sono responsabili della distribuzione delle foreste. Un bosco gestito secondo criteri sostenibili fornisce prodotti forestali di sicura provenienza e legalità, assicurando un’economia importante e certificata anche alle aree montane. Mediante tagli programmati, pulizia del sottobosco, e varie altre pratiche di tutela, un bosco così gestito ha un tasso di crescita superiore e accumula CO2 in biomassa contribuendo a ridurre le emissioni. Oltre a questo il bosco ha anche un tasso di “incendiabilità” inferiore e per questo abbassa la dispersione potenziale di CO2 e assicura una corretta copertura del suolo evitando il rischio di erosione, frane e smottamenti.”
Qual è quindi la soluzione migliore per un pallet sano, etico e sistemico, che immagino sia anche la soluzione adottata da Palm?
“L’attenzione di Palm alle persone e all’ambiente ha favorito la nascita del Greenpallet® a ridotto impatto globale. Per realizzare un Greenpallet a basso impatto ambientale limitando le emissioni di CO2, serve assolutamente valorizzare le filiere di legno locali perché viene costruito con legno locale e di prossimità, utilizzato cioè in prossimità del luogo di produzione e recuperato localmente aderendo alla rete Rilegno. Infine viene anche riutilizzato in un’ottica di economia circolare e rigenerativa, tramite il riciclo dell’industria del legno come, ad esempio, per la produzione di blocchetti per pallet e oggetti di design e upcycling per la casa per cui, nel nostro caso, coinvolgiamo Palm Work&Project Cooperativa Sociale ONLUS https://www.palmdesign.it/ che è un ulteriore modo con cui noi di Palm intendiamo essere fedeli ai nostri principi cercando di contagiare positivamente e sostenere ogni ambito sociale.”
Pietro Greppi
ethic advisor e fondatore di Scarp de tenis
Per entrare in contatto con l’autore: info@ad-just.it