Quanto conta il “Purpose” aziendale per gli italiani
Il “Purpose” aziendale rappresenta il valore autentico e il ruolo sociale di una marca, che le permette sia di accrescere il business che avere un impatto positivo sul mondo. Un fattore dichiarato da un numero sempre crescente di brand. Per sapere come viene percepito dai consumatori italiani Omnicom Pr Group ha promosso lo studio “Purpose Italia”, che per la prima volta analizza i 12 settori chiave dell’economia italiana e i 25 top brand ad essi associati. L’indagine svela che il 40% degli italiani dice di conoscere aziende che operano con un “ruolo sociale” e che le aziende che si impegnano per un obiettivo di interesse comune sono le preferite (74.3%). Difficile capire quali hanno davvero a cuore la società in cui operano (70.2%) anche perché spesso le aziende associano la loro immagine a quelle di obiettivi di interesse comune solo per rafforzare il business (63.0%) e, in generale, sono poco interessate al mondo che le circonda (66.6%). Poco più della metà del campione (51.5%) preferisce che i prezzi siano i più bassi possibili, che non ci sia alcuna forma di contribuzione al “ruolo sociale” dell’azienda da parte del consumatore. Al crescere dell’età del rispondente cresce la positività verso le aziende con un purpose (82% del campione 55-65 anni preferirebbe prodotti di queste aziende rispetto ad altri, valore che scende al 59% tra 18-24 anni) ma anche la diffidenza in merito alle effettive intenzioni delle aziende (74% degli intervistati tra i 55 e 65 anni e il 55% nella fascia 18-24). Il 63.6% degli intervistati lo consiglierebbe e sarebbe pronto a condividerne contenuti (54.3%). Maggiore fedeltà di acquisto (63.5%), mentre – di nuovo – il campione si divide sul tema del prezzo (comunque il 46.8% accetterebbe prezzi superiori e il 46.6% ne comprerebbe i prodotti anche se non “in promo” mentre quelli dei competitors lo sono). Il cittadino-consumatore è pronto a punire le aziende che non perseguono il Purpose dichiarato (58.1% smetterebbe di acquistarne i prodotti se scoprisse che non è stata coerente). I settori in cui il Purpose delle aziende è maggiormente percepito sono la gdo (50.8%), il Food & Beverage (50.2%), e il Tecnologico/Digitale (43.7%). Nella top 10 delle aziende prima è prima è Coop Italia (58.6% dei rispondenti ne riconosce il purpose aziendale) seguita da Conad (57.1%), Ferrero (58.1%), Barilla (53.9%), Google (48.5%), Amazon (46%), Enel (45.9%), Toyota (45.3%), Samsung (44.5%) ed Eni (42.5%).Secondo gli intervistati gli ambiti più credibili di applicazione del Purpose aziendale sono di tipo ambientale (al primo posto con il 36,8%) e relativi alla crescita sostenibile e inclusiva (32,5%). In terza posizione garantire le condizioni di salute e benessere di tutti (30,6%), seguito al quarto dall’uguaglianza di genere e dal miglioramento delle condizioni di vita delle donne (30,5%) e, al quinto, della gestione sostenibile dell’acqua potabile per tutti (30,5%). In fondo alla classifica gli ambiti più ‘digital’: solo il 15,6% ritiene credibile il Purpose di aziende che operano per l’accesso sicuro, economico e universale ad internet e il 12,6% per la diffusione della cultura digitale a tutti i livelli in vista della robotizzazione e dell’avvento dell’intelligenza artificiale diffusa.