Buzzoole indaga sui diversi approcci all’Influencer Marketing da parte delle aziende
Gli investimenti nelle attività di Influencer Marketing stanno crescendo, ma non tutte le aziende seguono lo stesso approccio all’acquisto e all’utilizzo dei servizi che agevolano la collaborazione con i creator. Buzzoole insieme a Koniqa, società di consulenza per l’innovazione di offerta e il go to market, ha analizzato le stratificazioni del mercato e i diversi approcci all’Influencer Marketing da parte delle aziende, al centro della ricerca “La Customer Journey dell’Influencer Marketing in Italia”. L’indagine ha portato alla luce tre diversi stadi del percorso evolutivo alla base delle aziende che si rapportano all’Influencer Marketing. Young: il 53% delle aziende intervistate appartiene al cluster di coloro che si stanno avvicinando all’Influencer Marketing. Mature: il 24% delle aziende intervistate appartiene al cluster di coloro che hanno già fatto esperienze di Influencer Marketing. Sophisticated: il 23% delle aziende intervistate appartiene al cluster più evoluto ossia a coloro che usano l’Influencer Marketing in maniera strategica. Il 45% degli intervistati attribuisce un ruolo specifico all’Influencer Marketing nell’ambito della propria strategia di comunicazione. Tra questi, la maggior parte riconosce maggiore incisività all’Influencer Marketing in due fasi del funnel di vendita: quelle di aware e di appeal. Ma le aziende che si trovano nello stadio evolutivo più avanzato ne colgono l’importanza anche nelle fasi di Ask e Act. Tuttavia, la ricerca evidenzia una quota ancora consistente di “scettici”, pari al 55% degli intervistati, nei confronti dell’efficacia dell’Influencer Marketing. Questa quota è particolarmente concentrata nel cluster Young, a riprova del fatto che l’Influencer marketing non riesce ad esprimere il suo potenziale se inserito in un processo di adozione ancora acerbo. Al primo posto tra i driver di scelta si inserisce “la capacità del creator di saper valorizzare in modo creativo i messaggi del brand” (69%), seguono “la necessità di un avere influencer con una competenza nel settore in cui opera l’azienda” (64%), strettissima distanza, “l’importanza della personalizzazione dei messaggi” (63%) e “l’esigenza che il creator una abbia una base di follower reali e di qualità” (62%). Soltanto al quinto posto compare il criterio di scelta basato sul numero di follower. Diverse le aspettative tecnologiche in relazione alle attività di Influencer Marketing. Per tutti i decision maker intervistati, indipendentemente dal livello di maturità raggiunto, il primo requisito è garantire la corrispondenza tra influencer e brand ossia la “brand affinity”. In più è emersa la necessità di ottenere dati puntuali estratti direttamente dai profili social degli influencer. Per capire la propensione all’utilizzo futuro dell’Influencer Marketing, l’85% degli intervistati pensa di pianificare un’attività nei prossimi 12 mesi. Riguardo al numero delle campagne in programma, il 39% ha dichiarato che intende procedere con due o più campagne nel prossimo anno, mentre il 30% sta pensando di pianificare progetti strategici che coprono un arco di 6-12 mesi.