Il Diversity Brand Summit premia Coca-Cola come azienda più inclusiva per il mercato
La diversity è una risorsa che genera valore a livello sociale e aziendale con un aumento dei ricavi fino al 16,7% per tutte quelle aziende che vengono percepite da consumatrici e consumatori come maggiormente inclusive. A dirlo il Diversity Brand Summit, primo evento europeo, tenutosi a Milano 8 febbraio, che mette in relazione diversity e business, ideato dall’associazione no profit Diversity e Focus Management, società di consulenza strategica esperta sui temi del trust e del brand. Nella stessa occasione sono stati presentati i dati di “Diversity Brand Index”, ricerca realizzata da un team eterogeneo in termini di competenze e supervisionata da un comitato scientifico, presieduto da Sandro Castaldo, professore di Marketing presso l’Università Bocconi di Milano. Il Diversity Brand Index, il primo “indicatore” della capacità dei brand di essere percepiti come inclusivi e di lavorare fattivamente per sviluppare una cultura orientata alla D&I, ha permesso di inquadrare lo scenario attuale, che vede l’80% della popolazione italiana preferire i brand inclusivi attenti alla diversità in senso ampio, in termini di orientamento sessuale, religione, etnia, età, genere, disabilità e status socio-economico: solo un italiano/a su cinque sembra essere insensibile ai messaggi di inclusione. La diversity&inclusion è diventata quindi decisiva per il successo delle aziende: la propensione a consigliare un brand aumenta quando si intraprende una strada di inclusione e il passaparola (Net Promoter Score) arriva sino al 70,8% contrapponendosi al -43% dei brand non inclusivi. È quindi dimostrato che i brand più inclusivi sono decisamente più apprezzati da consumatrici e consumatori, attirano più talenti e registrano migliori performance economiche. Per un brand essere percepito come inclusivo rappresenta un valore aggiunto non solo in termini di mercato – +16,7% di crescita massima dei ricavi per i brand inclusivi (fonte: DBI 2018) – ma anche da un punto di vista etico e umano. Secondo la ricerca, analizzando i 45 brand percepiti come più inclusivi dal mercato finale, il 24% di essi fa parte del settore del largo consumo (Akuel, Barilla, Coca-Cola, Dash, Dove, Durex, Herbalife, Lierac, Nutella, P&G, Ringo Pavesi); il 20% opera invece nel settore retail dove compaiono Amazon, Coop, Ebay, H&M, Ikea, Lidl, Piazza Italia, Oviesse, United Colors of Benetton e un altro 20% brand nel comparto apparel&luxury good (Adidas, Calvin Klein, Desigual, Diesel, Dolce&Gabbana, Liu Jo, Nike, Tod’s, Versace). Il 7% è costituito da aziende consumer service come Airbnb, American Express e Poste Italiane e di information technology come Facebook, Google, Microsoft; il 5% è rappresentato da aziende come Apple e Samsung e Media Rai e Sky. Infine, il 4% ritiene inclusive aziende del settore Telco (Vodafone e TIM) e utilities (Eni, Enel). In base a questi risultati Coca-Cola è stata proclamata l’azienda maggiormente inclusiva per il mercato e si è aggiudicata il Diversity Brand Award 2018 grazie all’impegno costante nell’attuazione di politiche di diversity&inclusion e, allo stesso tempo, alla capacità dell’azienda di comunicarle al mercato finale. American Express, Google, TIM e Vodafone, insieme a Coca-Cola, compongono la top five dei brand concretamente impegnati sulla D&I ed efficaci nel parlarne a consumatrici e consumatori. #DIVERSITYWINS è la campagna firmata per Diversity da FCB Milan, prodotta da Think Cattleya e pianificata da Good Move online, che raccoglie le storie delle persone che mostrano come la diversità sia una ricchezza in azienda. L’evento è sostenuto dalla Commissione Europea e patrocinato dal Comune di Milano e dall’Ambasciata del Canada in Italia, con il sostegno del Comitato Interministeriale per i diritti umani e la sponsorship di Assocom, Valore D, FCB Milan e Good Move.