Kandinsky, una mostra tra arte e musica
Dall’astrattismo spirituale di Wassily Kandinsky al silenzio illuminato di John Cage. Un percorso tra arte e musica che parte da Kandinsky e approda proprio al grande compositore, quello che va in scena a Palazzo Magnani di Reggio Emilia. Qui le nozioni di interiorità e spiritualità vengono indagate come temi aperti, capaci di raccogliere molte suggestioni. Nella mostra Max Klinger, Paul Klee, Arnold Schönberg, Constantin Čiurlionis, Marianne Werefkin, Oskar Fischinger, Fausto Melotti, Nicolas De Staël, Giulio Turcato, Robert Rauschenberg. L’esposizione è curata da Martina Mazzotta, che racconta come all’interno vi si possa individuare un filo rosso che pone la musica in connessione con gli sviluppi dell’arte moderna e contemporanea già a partire da fine Ottocento. Alla musica, va il ruolo di restituire all’arte il suo compito più nobile e antico, quello di divenire sede di idee universali. Negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo- ha spiegato Mazzotta- soprattutto in ambito germanico, il culto di Goethe, il wagnerismo, le indagini in campo filosofico e scientifico riflettono l’esigenza di una aspirazione all’armonia dell’individuo con il tutto, di una spiritualizzazione del lavoro artistico che produce un forte impatto sulle arti figurative, favorendo il ricorso al modello della musica. Non vi è artista che non si sia confrontato, con l’immaterialità dell’arte-sorella, con la sua sovrana indipendenza dal mondo del visibile e dalle finalità riproduttive. Da queste premesse prende avvio la mostra “Kandinsky-Cage. Musica e Spirituale nell’Arte”, presentando preziosi bozzetti di opere di Richard Wagner (dell’Archivio Ricordi di Milano), la “Fantasia di Brahms” di Max Klinger e una serie di Lubok, le stampe popolari russe ottocentesche che hanno ispirato la cultura artistica successiva. La musica resta l’ambito privilegiato, nel percorso di Kandinsky come in quello degli altri artisti in mostra, per proseguire verso la via dell’arte astratta, da interpretare anche in senso mistico, antroposofico, religioso e cosmico. La fusione sinestesica e l’empatia (Einfuehlung) che vedono i fruitori coinvolti in un processo ri-creativo dell’opera, rappresentano presupposti fecondi per guidare i visitatori attraverso il percorso della mostra, dove pittura, scultura, teatro, danza e cinema si relazionano alla non-oggettività della musica. Si trova una cinquantina di opere di Wassily Kandinsky, tra dipinti, acquerelli, grafiche tra le quali spiccano quelle di carattere eminentemente musicale, come gli acquerelli dipinti per gli spettacoli teatrali “Violett” del Centro Pompidou di Parigi e “Quadri di un’Esposizione” sulla musica di Musorgskij della collezione universitaria del Castello di Wahn a Colonia. A una sezione su Paul Klee, protagonista imprescindibile in questo contesto, segue un omaggio a Marianne von Werefkin in collaborazione col Museo d’Arte Moderna di Ascona. La mostra viene animata da brani letterari degli artisti, video e installazioni che invitano a sperimentare in maniera ludica e ricreativa la sinestesia e offrono vere e proprie riscoperte. Come quella della figura di Oskar Fischinger, il quale si ispirò a Kandinsky in maniera multiforme e divenne poi maestro di Cage negli USA, animando tra l’altro “Fantasia” di Walt Disney con la “Toccata con Fuga” di Bach, nella quale molte delle suggestioni della mostra sembrano trovare una sede ideale. La mostra si conclude con un ampio omaggio a John Cage, il musicista pensatore. Campane sonore lungo il percorso e video, consentono di fruire di alcuni nuclei dell’esposizione con accompagnamenti musicali mirati, dei quali il visitatore potrà godere contestualmente e in modo strettamente connesso alla visione delle opere. Astrattismo e musica, l’empatia dello spettatore deve attivarsi. La mostra, aperta fino all’11 febbraio, curata da Mazzotta, si pregia di un importante Comitato Scientifico, presieduto da Paolo Repetto e composto da Enzo Bianchi, Gillo Dorfles, Michele Porzio, Peter Vergo.
Adele Messina