Ketchum presenta la ricerca Food2020: i Food eVangelist hanno sempre più “potere”

Soltanto due anni fa erano i cosiddetti “Food eVangelists” a dettare legge in quanto a stili e abitudini alimentari e a determinare le tendenze del “global food system”, compreso quello italiano. Una piccola ma potente nicchia che voleva influenzare il mondo dell’alimentazione persino nelle modalità con cui il cibo veniva prodotto, confezionato e venduto.

La grande novità è che oggi questi “influencer” di nicchia stanno diventando sempre più la normalità nelle popolazioni di tutto il mondo. Questo, secondo la nuova ricerca internazionale Food2020 realizzata da Ketchum, agenzia leader nella comunicazione integrata e considerata tra le prime cinque migliori agenzie di PR nel mondo. Lo studio è stato condotto in 11 paesi tra Nord e Sud America, Asia ed Europa, Italia compresa.

A livello globale, l’incidenza di questi “Evangelisti alimentari” è cresciuta del 10% e oggi rappresentano addirittura il 24% della popolazione. Sono considerati Food eVangelist tutti coloro che impegnano una buona parte della giornata in conversazioni reali o virtuali sul cibo. Italia e Argentina sono i paesi in “pole position” con un incremento numerico di rappresentanti più alto della media mondiale: sono passati dal 37% al 43% della popolazione in Italia e dal 29% al 33% in Argentina.

“I Food eVangelist sono sempre meno influencer di nicchia e sempre più mainstream, una dominante forza di mercato destinata a diventare la ‘nuova normalità’ tra i consumatori”, dichiara Andrea Cornelli, CEO e VP di Ketchum Italia. “Il loro desiderio è quello di influenzare le altre persone ma in realtà non professano un loro credo specifico. Piuttosto sono affamati di informazioni ricercandole dalle fonti più diverse, amano ascoltare le opinioni degli altri per poi prendere le loro decisioni.”

“L’aspetto più curioso è che stanno crescendo la seconda generazione di Food eVangelist che, nelle case di tutto il mondo, sono coloro che oggi hanno davvero il potere di influenzare il resto della famiglia sugli stili alimentari e sulla scelta di un’alimentazione sana.” Prosegue Andrea Cornelli.

Lo studio ha, infatti, dimostrato cosa i Food eVangelist ritengono importante che i loro figli conoscano sull’alimentazione e soprattutto ha evidenziato gli atteggiamenti dei più piccoli nei confronti del cibo.

A livello globale, la metà (circa il 49%) dei genitori intervistati dichiara che i propri figli hanno un ruolo attivo nella scelta degli alimenti che la famiglia mette in tavola ogni giorno mentre il 39% confessa che i propri figli leggono le etichette e il 38% evita gli alimenti con determinati ingredienti ritenuti poco salutari. Inoltre, un terzo degli intervistati afferma che preferiscono gli alimenti biologici o di produzione locale e il 26% dichiara di stare alla larga dai cibi troppo elaborati.

“Non sorprende quindi, che molti bambini abbiano le stesse convinzioni e preferenze dei genitori. Ciò che invece stupisce, ed è in forte crescita, è il fatto che i più giovani abbiano un ruolo attivo e decisivo negli acquisti e stili alimentari della famiglia” ha affermato Andrea Cornelli. “I dati confermano che i figli dei food eVangelist sono pronti a diventare gli influenzatori di domani”.

 

Elena Pescucci

 

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