La comunicazione nel mondo arabo al 7° World Communication Forum di Davos
Dalla leadership mediatica di Al Jazeera agli episodi della cosiddetta “Primavera Araba” fino alla propaganda social dell’autoproclamato Stato Islamico: di questo e non solo si parlerà, per la prima volta in Europa, al World Communication Forum, che si terrà a Davos dall’8 al 10 marzo con la partecipazione di esperti di comunicazione e informazione. Argomento di quest’anno la comunicazione nel mondo arabo, di cui parleranno il marocchino Mustapha Khalfi, ministro delle Comunicazioni ep del Governo, l’egiziano Sherwet Kafafy, Marketing & Communications Director di TAQA Arabia (Energy Company) e il marocchino Philippe Borremans, Strategy Director presso PR Media (Communication Agency). Al WCF verrano affrontati altri temi chiave del mercato globale della comunicazione, come il country branding con la presenza di molti comunicatori di Ministeri degli Affari Esteri, la comunicazione delle organizzazioni internazionali, la comunicazione digitale e la gestione delle crisi reputazionali sui social media. «L’analisi delle conversazioni in rete – ha detto Lorenzo Brufani, ceo di Competence Communication che presenterà a Davos casi concreti e strategie di gestione di Social Media Crisis – diventa particolarmente importante in alcuni paesi arabi dove i social media sono divenuti anche delle proprie e vere arene di reclutamento da parte di gruppi terroristici. L’organizzazione di hacker internazionale Anonymous e gli esperti informatici del Pentagono sono impegnati ad individuare e prevenire la nascita di possibili centri online nevralgici di propaganda. Allo stesso tempo tutti gli attori in campo per combattere il terrorismo, governi locali, istituzioni non governative e associazioni, devono presidiare i social network dialogando in maniera costruttiva e cercando di allontanare la popolazione dalla tentazione terroristica».