La Pizza, made in Italy d’eccellenza sarà Patrimonio dell’Umanità?

Adele MessinaÈ una di quelle cose che non puoi non amare. Uno dei nostri simboli, un vanto, una delizia. La pizza napoletana. Proprio ‘’L’arte dei pizzaiuoli napoletani’’ potrebbe diventare il 58esimo bene della lista dei beni immateriali dell’Unesco e il settimo del Made in Italy. È in corso una raccolta firme- obiettivo superare il milione- da portare a Parigi a dicembre, in occasione della Conferenza internazionale per i cambiamenti climatici. Per sostenere la pizza ad essere riconosciuta come patrimonio dell’umanità- dopo la sua candidatura a marzo- sono state raccolte già 400mila firme, grazie alla collaborazione con Coldiretti, e, come ha annunciato a Napoli l’ex ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio, con la Fondazione Univerde, “c’è l’impegno per altre 750 mila firme entro novembre”. Proprio Expo, grazie al tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita” porta a una riflessione sull’importanza di ciò che mangiamo, degli ingredienti, della loro qualità e provenienza. Proprio per il compleanno della pizza ad Expo con la collaborazione con la società  “La Pizza + 1” è stato raggiunto il traguardo della pizza più lunga al mondo, 1600 metri, 800 teglie da 2 metri l’una, 800 tavoli, 70 pizzaioli, 1500 kg di farina, 1700 kg di mozzarella, 1500 kg di pomodoro, 300 kg di olio extra vergine d’oliva, e 30 kg di lievito. La Campania rappresenta ad Expo soprattutto l’immagine della Dieta Mediterranea, vero e proprio brand riconosciuto dell’importanza del vivere sano. E la Carta di Milano, documento che rappresenterà un po’ l’eredità di Expo, esprime proprio questo: avere cura e consapevolezza della natura del cibo di cui ci nutriamo, informandoci riguardo ai suoi ingredienti, alla loro origine e produzione, adottare comportamenti responsabili e pratiche virtuose. La paura infatti è che siano altri a commercializzare un prodotto che rappresenta l’eccellenza napoletana per antonomasia: la Pizza. Ecco perché la Pizza napoletana dovrebbe divenire Patrimonio dell’Umanità. Un lungo percorso aveva portato dal 5 febbraio 2010  la Pizza all’attestazione di specificità “Pizza Napoletana Stg”, al raggiungimento Ue del Disciplinare Stg di produzione certificato da Bruxelles che stabiliva, tra l’altro, alcune caratteristiche: il diametro della pizza non superiore ai 35 cm, con bordo rialzato tra 1 e 2 cm, nel condimento solo pomodori pelati, mozzarella di Bufala Campana Doc e la Mozzarella Stg, aglio olio e foglie fresche di basilico, e la cottura in forno a legna. Da marzo 2015 la Pizza è candidata a entrare nella lista Unesco come Patrimonio dell’Umanità. L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea. Il sistema delle Indicazioni Geografiche dell’Ue, infatti, favorisce il sistema produttivo e l’economia del territorio; tutela l’ambiente, perché il legame indissolubile con il territorio di origine esige la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità; sostiene la coesione sociale dell’intera comunità. Il disciplinare di produzione contiene il nome del prodotto o alimento, il logo, la descrizione (materie prime, principali caratteristiche fisiche, chimiche, microbiologiche, organolettiche), la delimitazione dell’area geografica, gli elementi comprovanti la provenienza del prodotto dall’area geografica individuata, gli elementi che giustificano il collegamento con l’ambiente geografico, la descrizione del metodo di ottenimento, i riferimenti sulle misure di controllo, gli elementi specifici dell’etichettatura. La pizza ha una grande storia, origini antiche. I suoi colori rappresentano l’Italia nel mondo. Anche la più famosa, la pizza Margherita, fu dedicata alla moglie di re Umberto I dal famoso pizzaiolo Raffele Esposito, colpito dagli apprezzamenti della regina al famoso piatto. La sua comparsa risale ad un periodo tra il 1715 e il 1725. E anche il Dizionario della Lingua Italiana e l’Enciclopedia Treccani parlano di pizza napoletana,  quella vera “cu a pummarola ‘ncoppa”.

Adele Messina

Giornalista, blogger, Tecnico per la Comunicazione e il Multimedia nel Patrimonio Culturale, Turismo ed Enogastronomia 

Per entrare in contatto con l’autrice: adelemessina.press@gmail.com

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