Vogliono svelare il mistero di Google. Che però fa ricorso
Alla fine Google dovrà svelare quanto guadagna in Italia con la pubblicità. Deve farlo per rispondere alla precisa richiesta arrivata dall’Agcom, che tra i propri compiti ha quello di conteggiare il complesso delle risorse che si generano nel Sic, il cosiddetto sistema integrato della comunicazione. Quest’anno l’autorità di garanzia per le comunicazioni terrà conto compiutamente anche delle risorse che si generano sulla rete, e ogni calcolo o bilancio sarebbe monco senza l’apporto del montante prodotto da Google. Il valore complessivo del Sic nel 2012 era stimato a 19 miliardi di euro, dopo che nel 2011 era stato pesato a 20. Il calcolo è molto importante per il regolatore perché è la base da cui si parte per registrare la presenza di eventuali posizioni dominanti. Ed è quasi paradossale che all’appello manchino le risorse pubblicitarie che finiscono al motore di ricerca. Gli osservatori, infatti, stimano (probabilmente per difetto) la raccolta del gigante di Mountain View – tra search, YouTube, comportamentale – in almeno 800 milioni di euro annui. Google, oltretutto, sta magnificamente cavalcando anche lo sviluppo della pubblicità mobile, il settore più in ascesa di tutto il comparto digital. Di fatto si tratterebbe in questo momento della seconda concessionaria pubblicitaria italiana dopo Publitalia. La società ha comunque fatto ricorso al Tar e conta di potere mantenere ancora a lungo la segretezza sui propri risultati.