Sassoli, Upa: «Investimenti 2014 pari al 2013. Contro il real time bidding se vuol dire brokeraggio»

 

Aveva promesso sorprese e così è stato. All’assemblea annuale dell’Upa, prima che entrassero in campo Lorenzo Bini Smaghi (presidente di Snam), Marco Testa (presidente di Armando testa e di Assocomunicazione) e Vittorio Meloni (direttore relazioni esterne di Intesa San Paolo), il discorso del presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi, ha ancora una volta sorpreso gli astanti: il popolo un po’ depresso e sempre più realista del vecchio mondo della pubblicità e dei mezzi, come le nuove figure più ‘digitali’ (in minoranza all’appuntamento) affacciatesi al mercato negli ultimi tempi.

Se l’anno scorso erano stati i contenuti strong a colpire l’uditorio, con la tirata di Sassoli contro i centri media, i diritti di negoziazione ed il trading commerciale, stavolta hanno finito per impattare di più gli aspetti formali. Sassoli ha letto la relazione – come al solito ben scritta, perfino poetica e comunque ricca di rimandi e citazioni non solo multimediali – e lo ha fatto supportato dal commento ‘live’, sullo sfondo, di due video maker di tendenza, i Maxbedo.

Ma, effetti speciali a parte, i temi trattati e le provocazioni lanciate alla fine sono apparse pienamente nel solco di quelle dell’anno prima  o comunque cose già affrontate di recente da Upa: l’andamento del mercato, il destino (ed il declino) della Rai e del Paese, quest’ultimo bisognoso di fiducia, innovazione, creatività, ma anche di incentivi governativi alla comunicazione, riforme e autostrade digitali per tornare a crescere. In tema di andamento degli investimenti Sassoli ha offerto indicazioni più confortanti di quelle di Assocom e Nielsen.

A giugno il primo semestre si è chiuso  a -2%, ma Upa si è dichiarata fiduciosa che il 2014 possa concludersi con un pareggio, soprattutto perché stanno tornando gli investimenti del largo consumo, della finanza e dell’automotive. Purtroppo rimangono invece ancora cauti gli spender delle tlc. Sassoli ha pure detto – ma chiarendo che si tratta di un auspicio – che la spesa in adv potrebbe crescere del 2% nel 2015 e del 3% nel 2016.

Altri punti chiave della relazione: Upa insisterà con il governo per un tax credit sul valore incrementale degli investimenti in pubblicità; chiederà a gran voce la risoluzione del problema banda larga; predilige una riforma della Rai sulla simile a quella della Bbc e che contempli la trasformazione di un canale attuale in una rete senza pubblicità e il passaggio del controllo dai partiti ad una fondazione. Sassoli ha ribadito la fiducia e l’appoggio ad Assocomunicazione, con cui sta progettando il lancio di un master per rilanciare le figure professionali dell’account e dello strategic planner.

E si è detto convinto di potere rinnovare ancora Auditel (con il campione che arriverà a 15.600 famiglie e la sperimentazione che coinvolgerà  anche audience via pc e mobile) e di potere fare entrare nel cda Discovery e Sky. In tema centri media, Sassoli ha ribadito la condanna delle attività ‘improprie’. Secondo lui la lotta di Upa ai ‘dn’ non trasparenti ha sortito degli effetti positivi e ora è giusto che gli utenti monitorino severamente il real time bidding, che spesso si traduce in attività di puro e semplice  brokeraggio.

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