Punto, due punti, punto e virgola.
“Signorina, veniamo noi con questa mia addirvi una parola…” Comincia così la lettera dettata da Totò e spesso finisce così l’uso della lingua italiana. In questi anni di democratizzazione della comunicazione, di accessibilità collettiva ai contenuti e della libera opinione su qualunque tema e in ogni contesto, le regole basiche della grammatica hanno perso ogni ruolo. L’imbruttimento generalizzato resta un tema di sottofondo, davanti all’uso incondizionato di ogni libertà in nome dell’autogestione e della libera interpretazione. L’effetto, a volte paradossale, a volte ironico, spesso triste, è che anche in un ambito più serio come la comunicazione d’impresa e il giornalismo di livello ci si trovi davanti all’assenza totale di correzione di bozze, di regole applicate al contrario, di veri e propri errori protratti nel tempo semplicemente perché chi scrive non sa e nessuno lo corregge. E’ di queste settimane l’arrivo di un nuovo quotidiano che ha deciso che i titoli debbano iniziare sempre con le minuscole: l’effetto è l’assenza di una gerarchia concettuale, di un ordine di importanza delle parole e, più semplicemente, di un inizio e una fine. Perché se nel giornalismo i punti nei titoli sono saltati, c’è chi, come Emanuele Pirella, del punto ne fece una guerra di principio e con lui tutti i suoi adepti, tra cui il sottoscritto. Nel mondo della comunicazione il punto sta saltando, come le maiuscole all’inizio delle frasi, i nomi di persona scritti in minuscolo, apostrofi che diventano accenti, accenti contrari, le x per il per, le “k” per il “che” e tutto alla luce del sole. Recente l’uscita di “Anche meno” l’ultimo viaggio di Stefano Bartezzaghi nella lingua italiana, un piccolo diario di come la nostra lingua si sia modificata e martoriata negli ultimi anni, o almeno, di come questa distorsione quotidiana sia assunta a regola generalizzata. La speranza è che il rigore della forma ritorni ad ingabbiare il contenuto, come un buon vestito, perché anche l’abito fa il monaco.
Marco Freccia
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