Festival del media: apre l’ottimismo di King e Proctor
Si è avviata ieri a Roma l’ottava edizione del Festival del Media, la manifestazione più importante del comparto più strategico – almeno in questa fase – della comunicazione e dell’advertising, che è tornata in Italia dopo la prima edizione veneziana del 2008. E se allora a tenere banco erano state le prime avvisaglie della crisi epocale che avrebbe attanagliato di lì a poco l’economia e la pubblicità, nonché le evoluzioni straordinarie legate agli sviluppi del digitale, con una misurata e marginale presenza di manager italiani alla manifestazione, stavolta c’è da registrare come i grandi capi di alcuni dei più importanti network e holding globali stimino per converso i mesi in corso come quelli di una possibile svolta per l’adv. L’evento, oltre tutto, ha nel tempo generato anche il premio-alternativo a quello lanciato nel media dal Festival di Cannes, di cui si conosceranno i vincitori giovedì sera nel galà finale. Tanti, stavolta, i manager delle centrali italiane; tra gli interventi della prima giornata sono stati particolarmente importanti, tra gli altri, quelli di Steve King, global ceo di ZenithOptimedia, e Dominic Procter, presidente di GroupM. Tra gli interventi chiave della prima giornata c’è dunque stato quello di Steve King, global ceo di ZenithOptimedia, che ha rilasciato una versione speciale dei classici “forecast” della centrale, uno studio che aveva stavolta una prospettiva temporale di tre anni. Secondo Zenith la pubblicità planetaria dopo il +3,9% del 2013, farà segnare il +5,5% nel 2014, il +5,8% nel 2015 ed il +6,1% nel 2016. Per King «se è vero che i compensi delle agenzie media si sono ridotti – appiattiti dai tagli e dalle operazioni di ‘saving’ delle aziende – è vero pure che quasi tutte le centrali sono comunque riuscite a continuare a crescere». Per il ceo di Zenith però ora si può realmente cambiare passo: «Siamo arrivati alla fine – ha detto il manager – di una lunga fase recessiva ed è il momento di guardare al futuro con nuovo ottimismo, consapevoli di avere superato la prova rimanendo in buona salute». Cosa succederà nell’Eurozona? Dopo il calo del 3% nel 2013, secondo King la spesa in advertising dovrebbe salire dello 0,7% nel 2014, per la prima volta in saldo positivo dal 2010. Purtroppo però rimarranno in decrescita, sia pure lieve, Finlandia, Italia e Grecia, ma essendo destinate ad una stabilizzazione l’anno venturo, rendendo così possibile una crescita complessiva dell’Eurozona dell’1,6% nel 2015 e dell’1,7% nel 2016. In tema di andamento dei singoli mezzi a livello globale, King ha sottolineato come nel prossimo triennio la carta stampata sia ancora condannata a perdere terreno ma con un ritmo inferiore a quello attuale, mentre dovrebbe rimanere tonica la televisione, convogliando il 30% degli investimenti complessivi. Il manager di Zenith ha sottolineato il peso decisivo che avrà per l’adv lo sviluppo del ‘mobile’, motore formidabile degli ‘owned media’. Per il mobile si prevedono tassi di crescita superiori al 50% annuo e – aspetto decisivo e positivo – si tratterà di investimenti non ‘rubati’ ad altri media. I driver saranno il responsive design, il search in mobilità (con la ricerca in store tra le motivazioni chiave) e il programmatic buying. Altrettanto interessante anche l’intervento di Dominic Proctor, chairman di GroupM, parent company media del gruppo Wpp. Secondo il manager l’impatto della fusione di Publicis e Omnicom sarà positivo per la media industry. La presenza di due big come Wpp e Pog, secondo il manager di Martin Sorrell, renderà meno facile la deriva dei prezzi al ribasso che le piccole e medie realtà del settore possono innescare. Altro punto interessante del discorso di Proctor, quello del ritorno – sia pure ancora parziale – del media e dell’advertising ad essere attrattivo per i talenti che escono dalle università dai master di specializzazione.