Ceres Soft Ale celebra con uno scherzo il primo aprile

screen1Ceres è una birra di sostanza e un brand con una personalità forte, provocatoria, senza compromessi. Un carattere che ne ha fatto un vero mito. La sua fanpage Facebook, che ha più di 600.000 fan, è una “famiglia” con la quale Ceres dialoga quotidianamente: fatta di persone appassionate e sanguigne che amano così tanto la loro birra da tatuarsene il logo. Un pubblico ben iscritto nel posizionamento del brand: “For Inglorious Heroes”. Proprio a loro Ceres ha dedicato la sua ultima trovata: un pesce d’aprile. Gli obiettivi? Ribadire l’identità Ceres e celebrare il forte legame con gli appassionati, spingendo l’orizzonte della sua comunicazione ancora un po’ oltre. Dal 19 marzo sulla fanpage appaiono dei post con sfondo rosa che preannunciano una nuova Ceres. I commenti dei fan sono gelidi. Uno su tutti: “Se è una birra alla fragola vi denuncio per danni morali”. Il 24 marzo, Ceres presenta il nuovo prodotto: la Soft Ale. Una birra “rosa antico”, al gusto di lampone e zenzero e con una gradazione di 3,7%. Modaiola e frivola, è l’anti-Ceres per eccellenza. Per il lancio vanno online un minisito dedicato e uno spot pieno di modelli e modelle dallo sguardo languido che sorseggiano un liquido rosa a bordo piscina.

UN “#EPICFAIL” STUDIATO A TAVOLINO

Tutto è costruito per punzecchiare gli appassionati duri e puri ai quali Ceres offre la possibilità di dire la loro in merito alla Soft Ale addirittura sul suo sito ufficiale: si può lasciare un messaggio di “benvenuto” su un’apposita bacheca, senza filtri. Un’occasione ghiotta per chi non vede l’ora non solo di inveire contro l’odiata birra soft, ma di rivendicare pubblicamente le proprie idee qualunque esse siano, inerenti o meno all’argomento. Così, per un folle pomeriggio, i sostenitori di Ceres si scatenano indirizzando contro la Soft Ale una pioggia di insulti fantasiosi, molto coloriti e spesso divertentissimi. La strategia sabotatrice di Ceres si spinge oltre, fino a far detonare il meccanismo del fail, utilizzando una modalità notoriamente “rischiosa” per la moderazione della bacheca, dove per brevi momenti appaiono messaggi rudi, fuori luogo, censurabili. Creando ad arte una crisi pilotata e limitata nel tempo, Ceres indaga il fenomeno dell’”epic fail” smascherandone i confini e sperimentandone l’utilizzo mirato. La notizia dell’#epicfail si diffonde rapidamente, si accende il dibattito. Tutta la rete, da twitter a facebook ai siti di news, si colora di rosa Soft Ale e di penne rosse digitali.

UN INDIZIO NEL COUNTDOWN

Nel sito ufficiale è presente un countdown che conta le ore verso una fantomatica “esperienza soft”, promessa per il primo aprile. Così la voce che la Soft Ale possa essere una bufala comincia a circolare, alimentando ulteriormente la conversazione e invogliando a vedere come andrà a finire.

FACEBOOK E LA RIVOLTA DEI DISSIDENTI

Dopo il grande clamore iniziale, che contagia decine di blogger, giornalisti e addetti ai lavori, lo scherzo si concentra sui fan di facebook. Nei giorni dal 25 al 31 Ceres continua a provocarli sulla fanpage, con post sulle caratteristiche della nuova birra. I fan non smettono di manifestare il proprio disagio rispondendo ogni volta con centinaia di commenti pieni di rammarico, ma anche con la celebrazione romantica e devota della “Vera Ceres”. Il tormentone più gettonato: “Di Ceres ce n’è una sola!”. Un gruppo di appassionati arriva a creare la pagina “La Ceres non si tocca” con tanto di petizione per chiedere ufficialmente il ritiro della Soft. I pochi che si dimostrano aperti alla novità vengono immediatamente contestati dalla schiacciante maggioranza di puristi.

L’ULTIMO BRIVIDO E LA RIVELAZIONE FINALE

Lunedì 31 marzo sulla fanpage compare un’immagine con tanti scatoloni di Soft Ale stoccati in un magazzino e pronti per invadere bar e supermercati. L’idea che sia tutto uno scherzo vacilla. Ma poi, finalmente, arriva il primo aprile. Le pagine del sito Soft Ale vengono lacerate, ricompare il muro grigio al posto di quello rosa, affiora l’immagine di una bottiglia di autentica Ceres Strong Ale che prende all’amo un pesce. Si legge ovunque il titolo “Di Ceres ce n’è una sola”. Su facebook arriva una nuova versione dello spot Soft Ale. L’inizio è lo stesso, ma poi tutto cambia: un modello sputa schifato un pezzo di zenzero, c’è un pesce rosso in un bicchiere di Soft, una modella viene schiaffeggiata con un’orata e alla fine un belloccio è centrato in pieno viso da una micidiale “pesciata”. Apparizione finale di Herbert Ballerina, il testimonial della banda di Maccio Capatonda, che dà la rivelazione liberatoria: “Ceres Soft Ale. Il più grande pesce d’aprile mai fatto da una birra”. E la sensazione è che lo sia stato davvero.

 

 

 

 

 

 

 

 

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