Pace tra Sky e Rai, sinergie su diritti e produzione
La collaborazione tra Sky e Rai era talmente naturale che quasi tutti gli osservatori e gli analisti erano rimasti molto sorpresi quando l’ex direttore generale della tv pubblica, Mauro Masi, aveva inaugurato la strategia dello scontro frontale con la pay satellitare. Masi aveva deciso di rinunciare ai soldi che Sky gli garantiva per i canali prodotti da Raisat, iniziando anche a criptare il segnale di alcuni dei programmi dei canali pubblici in chiaro ricevuti dagli abbonati della pay via telecomando del decoder. Da quando sono cambiati gli equilibri politici e ai vertici del broadcaster pubblico sono arrivati la presidente Annamaria Tarantola e il direttore generale Luigi Gubitosi le tensioni si sono progressivamente acquietate e ora – a quanto sembra di capire – definitivamente risolte. A suggellare il nuovo clima di collaborazione sarebbe l’intesa arrivata in questi giorni tra l’a.d. di Sky Andrea Zappia e il direttore generale della Rai Gubitosi sulla risoluzione pacifica di tutte le cause pendenti: quella sulla legittimità del criptaggio Rai intentata dalla pay a Viale Mazzini, che ha avuto ragione nei primi gradi di giudizio; e quella sulla legittimità della scelta di Sky di distribuire la “digital key” (una chiavetta usb con funzione di “antenna”) ai propri abbonati per tornare a vedere i canali del dtt attraverso il telecomando del satellite. Ma l’accordo non riguarda solo la fine delle liti giudiziarie. Il nuovo corso prevede anche la collaborazione sui diritti tv – specie quelli delle manifestazioni sportive, per i quali è obbligatoria anche l’emissione in chiaro delle principali gare – e nella produzione (studi, riprese, accesso agli archivi). Il patto potrebbe garantire a entrambe le aziende una maggiore competitività nei “pitch” globali che mettono in palio la trasmissione dei grandi eventi, con grandi risparmi ed efficienza abbastanza generalizzati.