Bilancio 2013 l’Espresso: fatturato a –12,4%, pubblicità a –15,4%, ma utili per 3,7 milioni
C’è da procedere ancora con ottimizzazioni e risparmi, ma non possono che accelerare anche i processi tesi ad innovare e rendere più competitivi i brand che sono patrimonio del gruppo. Il consiglio di amministrazione del Gruppo Editoriale l’Espresso, presieduto da Carlo De Benedetti, ha approvato i risultati del bilancio 2013 presentati dall’amministratore delegato, Monica Mondardini. Emerge che, nonostante il perdurare della crisi che ha colpito il settore, l’azienda editoriale è riuscita a conseguire un utile netto di 3,7 milioni. Migliora anche l’indebitamento netto, che cala da 108,1 milioni a 73,5. In particolare il fatturato è complessivamente calato dagli 812,7 milioni del 2012 ai 711,6 milioni del 2013, con un saldo negativo del 12,4%. Andando nel dettaglio delle singole voci che concorrono a creare il valore della produzione si evince che nel 2013 la diffusione dei prodotti ha generato 248 milioni, il 5,8% in meno considerati i 263,2 milioni del periodo omogeneo; gli “opzionali”, invece, hanno generato 33,6 milioni, in calo del 24,6% rispetto ai 44,6 milioni del 2012; la pubblicità ha fatto registrare una raccolta di 403 milioni di euro, in saldo negativo del 15,4% rispetto al montante di 476,3 milioni di euro del 2012; la voce “diversi”, infine, riporta ricavi per 27 milioni di euro che valgono il 5,3% in meno dei 28,6 milioni dell’anno precedente. Il dato negativo della pubblicità (–15,4%) appare complessivamente più severo di quello complessivo del mercato, pesato da Nielsen a –12,3%, ma va considerato pure che il saldo passivo della carta stampata secondo Nielsen è stato del 21,2% (–19,5% i quotidiani e –23,9% i periodici), con la televisione a –10% e la radio a –9,3%. Sul versante carta stampata, quindi, la nota del gruppo sottolinea le buone performance delle testate in rapporto ai segmenti di mercato di riferimento, con lo sviluppo dei prodotti digitali di Repubblica che a dicembre del 2013 aveva reso 75 mila abbonati. La contrazione della raccolta su questo versante è del 19,5%, inferiore a quella della media del mercato. Sostanzialmente in linea con il calo del mercato sono state invece le performance della radio (–9,5%). Il documento del gruppo sottolinea che l’azienda ha dovuto confrontarsi con un cambiamento epocale del contesto: il calo della raccolta pubblicitaria nel mondo della carta stampata, se si mettono a confronto le indicazioni di Nielsen del 2007 e del 2013 è stato del 57,5%. La prima riorganizzazione – si sottolinea – ha permesso nel 2011 di recuperare gli stessi livelli di redditività pre crisi. Ora la nuova ondata di difficoltà ha implicato ulteriori sforzi nella direzione della riduzione dei costi e dell’accelerazione dello sviluppo digitale. Per il 2014 si punta ad una maggiore redditività dei prodotti di successo, ma anche ad un ulteriore sviluppo del digitale e ad una valorizzazione degli asset televisivi. Restano queste le linee guida definite dai vertici aziendali per i prossimi mesi. La nota si conclude segnalando la scarsa ‘visibilità’ e prevedibilità dell’andamento del mercato della pubblicità nei prossimi mesi, registrando come rimanga ancora critica la situazione della Stampa, mentre la Radio appare per converso in leggera ripresa.