“Questo non è un giornale”: il sistema Wired Italia si presenta
Un modello di business che invita gli investitori a pensare a progetti pubblicitari innovativi. È un profondo cambiamento quello che interessa il nuovo Wired Italia, connotato dal pay-off “Make in Italy.
Inventa, sbaglia, innova” e con lo sguardo puntato sul presente, non più sul futuro remoto. Fondata su tre pilastri – digital, eventi live e mensile cartaceo – da questo mese la testata diretta da Massimo Russo si presenta completamente trasformata: «Questo non è un giornale, bensì un sistema», dichiara Russo.
Con l’integrazione di magazine, web, mobile e tablet «in una logica di digital first, che non significa pubblicare prima online, ma che è un’attitudine mentale ad aprirsi all’interazione» Wired esce infatti dai confini editoriali classici puntando sul sito wired.it rinnovato e sullo sviluppo di eventi live (dopo il grande successo del Wired Next Fest dello scorso maggio a Milano, nel prossimo futuro saranno 4 gli eventi, il primo dei quali in calendario a marzo e intitolato ‘Beautiful information’).
Come annunciato da Russo, il mensile muta periodicità passando da 12 a 10 numeri, si dota di nuove sezioni, riunisce editorialisti illustri e semplifica la grafica, pur rimanendo impattante. Cambiano anche i target di riferimento, ora suddivisi in “millennials”, i nati dopo il 1980 che non si riconoscono nei contenuti offerti da media tradizionali, e gli ‘innovatori invisibili’, persone ‘over 35’ che non si rassegnano alla decrescita felice. Il sistema Wired comporta anche un cambiamento di approccio da parte degli investitori pubblicitari, invitati a studiare progetti di comunicazione innovativi.
Secondo quanto dichiarato da Marco Formento, senior vice president digital di Condé Nast, “il digital, che oggi per Wired rappresenta il 30% del fatturato, entro un anno inciderà per il 40%, mentre gli attuali 2 milioni di utenti unici mensili del sito cresceranno di un ulteriore milione di unità”. Attualmente il 25% dei lettori del mensile cartaceo sono donne, mentre sul digitale la percentuale di pubblico femminile è del 47%. Quanto alla campagna di comunicazione del nuovo Wired, è curata da Factory 27 (agenzia in-house di Condé Nast) e ha per mezzo d’elezione il web.
Laura Brivio