Upa, Grosser a Sassoli: «L’urgenza non sono i dn, che adesso tengono in piedi il sistema»
«Caro Lorenzo Sassoli de Bianchi, l’urgenza del momento non è certo la cancellazione dei diritti di negoziane e del trading commerciale». Alludendo al tema e al titolo – “L’urgenza di un progetto” – con cui il presidente dell’Upa ha battezzato il tradizionale convegno dell’associazione degli spender, il copresidente di Assocom lancia un messaggio molto preciso al suo interlocutore naturale.
«Personalmente – spiega Peter Grosser – non sono né “pro” né “contro” i dn o il trading degli spazi, soprattutto digitali, e tutte le altre pratiche dei centri media che Sassoli ritiene rendano opaco il nostro sistema.
L’enfasi e l’impegno di tutte le parti andrebbero invece rivolti a obiettivi di trasparenza, di efficienza e di etica che riguardano più complessivamente tutti gli attori del settore della comunicazione.
La giusta remunerazione delle agenzie, gare regolate e innescate senza eccessi e logiche esasperate di saving, sono a mio parere un problema maggiore e più attuale. Sono tante le cose che andrebbero riformate, imitando se possibile i meccanismi più funzionali del mercato anglosassone.
Al momento oltretutto – aggiunge Grosser – i diritti di negoziazione tengono in piedi l’intero sistema. Rinunciarvi senza alcuna garanzia che intervengano altri correttivi e compensazioni, avrebbe soltanto un effetto ulteriormente penalizzante per le strutture di consulenza e l’intero settore».
Sassoli “promette” fee tra il 2,5 ed il 3% in cambio della rinuncia? «Non penso che il mercato attuale sia regolabile secondo logiche così deterministiche. I centri media fanno un lavoro sempre più sofisticato e costoso e francamente non sono in grado di dire se il 3% di fee basterebbe a compensare eventuali rinunce.
E poi – conclude il manager – non sono nemmeno così sicuro che Sassoli o chiunque altro in Upa o altrove, possa in questo momento garantire oltre all’adesione di principio, un’attuazione pratica del concetto teorico».
Vanna Assumma