Nasce a Milano il “fuorisalone della moda”, voluto da Pisapia
Dopo quello del design, molto apprezzato e soprattutto partecipato dai milanesi e dagli stranieri, ecco arrivare il fuorisalone del fashion, che è stato a lungo richiesto dagli operatori del settore per far vivere la moda nella città e soprattutto per far vivere alla città la moda!
Per tanto tempo infatti i cittadini del capoluogo lombardo hanno criticato gli stilisti perché troppo esclusivi, chiusi nella loro torre d’avorio anche durante le fashion week milanesi, con sfilate assolutamente “strictly invite only”, eventi con lista all’ingresso e buttafuori, con il risultato che le settimane della moda non hanno una reale ricaduta sulla città se non per gli addetti ai lavori.
Dal prossimo autunno invece, in contemporanea con la fashion week femminile (e proseguirà per tutte le settimane della moda che si svolgono durante l’anno), verranno lanciati una serie di eventi aperti al pubblico nel nuovo quartiere di Porta Nuova, sotto il cappello “MiNext weeks in fashion”.
In quest’area debutterà dal prossimo gennaio anche un salone dedicato agli accessori di ricerca, Fashion Factory, nel mall che si sviluppa sottoterra dalla Torre di Diamante a Melchiorre Gioia.
Chi è l’organizzatore di queste iniziative? Un nome in parte nuovo nel mondo della moda, infatti a capo di “MiNext weeks in fashion” c’è Francesco Saldarini, fondatore dei monomarca di accessori Saldarini 1882, che afferma di voler dare un forte contributo a Milano.
Ricordiamo che questo rinnovamento era stato auspicato dal sindaco meneghino Giuliano Pisapia, che recentemente ha parlato di una Milano che deve diventare «vivace dal centro alla periferia, facendo sistema, cioè trovando argomenti che uniscano la moda, la cultura, l’Expo, il design.
Ad esempio – ha sottolineato – la moda è correlata alle tematiche della sana alimentazione e quindi all’Expo, e aldilà delle polemiche, sensate, il tema è molto scottante. E poi, non facciamoci scippare la moda dalle altre capitali europee!».
Pisapia fa riferimento alla “concorrenza” che Londra, New York e Parigi, fanno alle passerelle milanesi e ai vari designer che hanno deciso di sfilare all’estero. La volontà di fare sistema, anche con «un cartellone unico per moda e design con un approccio più aggressivo», come ha rimarcato Cristina Tajani, assessore alle politiche per il lavoro del Comune di Milano, con deleghe per la moda e il design, è ormai presente.
E il recente rinnovamento di governance della Camera Nazionale della Moda, con vicepresidenti Patrizio Bertelli, patron di Prada, Diego della Valle (Tod’s), Angela Missoni (Missoni), Gildo Zegna (Ermenegildo Zegna), potrebbe portare nuova linfa al fashion system.
Vanna Assumma