Cannes Lions: Grand Prix Film a “Dumb ways to die”, 2 bronzi all’Italia. Gitto: «Ottimo risultato»
Ottimo risultato per l’Italia nella categoria Film. Il nostro Paese porta a casa 2 Bronzi, al cospetto dei 5 ingressi in shortlist, con “The Profiteers” spot realizzato da MaCann per Fiorucci Food e con il pluripremiato “The Candidate” di Publicis Italia per Heineken International.
«È sicuramente un buon risultato – commenta Vicky Gitto, giurato italiano nella categoria Film Lions – soprattutto se contestualizzato con l’obiettivo pienamente raggiunto che ci eravamo posti: superare il numero di premi della passata edizione.
La categoria film è molto complessa ci sono lavori con grandissimi budget, straordinarie esecuzioni e con grandi marchi alle spalle. Nonostante ciò – aggiunge Gitto – abbiamo fatto un grande lavoro: i progetti erano inizialmente 6, ne abbiamo inseriti 5 in shortlist, per poi andare a premio con due di di essi.
Il grande risultato è comununque rappresentato a mio avviso dall’aver portato 4 agenzie diverse in shortlist, che si sono aggiunte a tutte le varie agenzie che in diverse categorie hanno portato punteggi alla credibilità del nostro paese».
Gitto fa anche un analisi approfondita dei due lavori italiani premiati, ripercorrendo l’iter che li ha porati ad aggiudicarsi il Bronze Lion. «“The Profiteers” ha conquistato un bronzo in una categoria in cui non è stato assegnato l’oro.
Ho sperato fino all’ultimo di poter fare di più. Ho provato a farlo rivotare per diverse volte sottolineando l’importanza che aveva avuto correalata al contesto sociale italiano, però purtroppo la categoria era molto complessa e difficile, per cui per una manciata di voti non sono riuscito a portarlo all’argento, ma sicuramente è stato un bronzo riconosciuto unanimente da tutta la giuria.
La conquista dell’altro bronzo italiano con “The Candidate” per Heineken – aggiunge Gitto – testimonia invece come la presenza e la preparazione dei giurati può fare realmente la differenza.
All’inizio c’erano dei dubbi che poi in realta sono stati annullati. Il lavoro è stato rivotato un paio di volte e successivamente anche i giurati più scettici hanno compreso il reale valore del progetto». Il Grand Prix va invece come pronostico a “Dumb ways to die”, realizzato dall’agenzia McCann di Melbourne, la cui colonna sonora riecheggiava quest’anno in ogni angolo del Palais du Festival a testimonianza di come la musica sia un driver fondamentale nel mondo dell’adv.
Ben 6 invece i Grand Prix Campaign assegnati agli altrettanti 6 episodi di “The Beauty Inside” realizzati dall’agenzia Pereira & O’Dell per Intel. «“Dumb ways to die” – sottolinea il vice president di Young & Rubicam Italia – è il lavoro che ha preso più riconoscimenti di tutti nella storia del Festival.
Nonostante ciò il Grand Prix non è stato assegnato sull’onda di tale entusiasmo, ma è stato bensì il frutto di una discussione molto lunga e articolata. In finale c’era anche Dove, ma alla fine è stata premiata la freschezza e la prepotenza di questo lavoro che ha avuto un tale ritorno in termini di media guadagnato che sarebbe stato quasi un delitto non riconoscergli tale forza.
Quello di Dove era un progetto più strutturato con un insight fortissimo e una esecuzione straordinaria; probabilmente, anche se ha ridisegnato il modo di raccontare delle storie intorno ai prodotti e alle marche, veniva da una matrice un filo più convenzionale.
“Dumb ways to die” rappresenta invece proprio la freschezza pura di un’idea che passa sopra tutto e va al risultato». Gitto conclude la sua analisi stilando un primo bilancio della 60esima edizione del Festival Internazionale della Creatività.
«Quest’anno la differenza sostanziale è stata quella di fare un grande lavoro di equipe con tutti gli altri giurati italiani. Ci siamo preparati sui lavori che andavamo a sostenere e questo ha permesso a diverse agenzie italiane di avere una presenza in questo Festival, recuperando una credibilità che nell’ultimo decennio avevamo completamente perso.
Dall’edizione di quest’anno si evince una cosa molto chiara: bisogna studiare a fondo le categorie in gara; le iscrizioni vanno fatte con attenzione nella categoria giusta per non correre il rischio di penalizzare il lavoro.
Dopo di che è importantissimo il coinvolgimento dei clienti in quest’arena, cosa che il comitato organizzatore del Festival ha fatto nelle ultime edizioni. Oggi se non hai un partner fortissimo come cliente che crede come te nel contributo per il business che può offrire un evento come il Festival di Cannes è difficilissimo che si riesca a superare il muro dell’indifferenza.
Per cui tutta la nostra industry dovrebbe condividere un percorso comune che ci permetta di rompere il muro dell’indifferenza e di venir fuori alla grande».
Lorenzo Martorana