Alla via così
Pubblico Today di lunedì 11 marzo ha dato conto di una vibrata protesta dell’infaticabile e sempre puntuale Presidente TP, Biagio Vanacore, contro il bando di gara promosso dal Comune di Napoli e dall’Assessorato al Turismo della Regione Campania – con tanto di avallo dell’Unione Europea – relativo alle attività di comunicazione connesse alla prima fase dell’America’s Cup.
Biagio ha ragione quando afferma: “Viene da chiedersi come in 15 giorni una struttura possa realizzare un’articolata proposta di eventi, che inizierebbero un mese dopo”. Non solo, ma fa bene a proporre agli aventi causa la domanda “…vogliamo ancora una volta dare l’immagine di buttare i soldi dalla finestra?”.
Il Presidente TP, forse per carità di patria, non segnala altre “amenità” presenti nel bando in oggetto, come il passaggio relativo alla voce “Remunerazione”, dove si precisa: … che il pagamento di tutte le prestazioni relative al servizio in oggetto del presente atto è subordinato all’erogazione del finanziamento da parte della regione Campania e all’effettivo introito dello stesso nelle casse comunali”.
In altre parole: “lavorate, predisponete tutto a tempo di record, dopodiché, quando noi avremo scelto il progetto che giudicheremo meglio rispondente alle nostre esigenze, si verificheranno due ipotesi: se avremo i soldi vi pagheremo, altrimenti: grazie e… amici come prima!”.
Alla faccia della dignità della professione, del rispetto per chi lavora, e, aggiungerei, della stessa decenza. Mi sarei aspettato tuttavia, vista la natura e la tipologia delle attività sottoposte a gara, che sulla questione intervenissero i rappresentanti istituzionali delle imprese di comunicazione e non il Presidente di un’associazione di persone.
Ma, con questi chiari di luna, il fatto che qualcuno si faccia carico di segnalare e stigmatizzare comportamenti che nuocciono alla categoria, è comunque da considerarsi un fatto positivo. Qualcuno, più realista del re, potrebbe osservare che infinite volte si sono verificati episodi analoghi e che le proteste e le prese di posizione non hanno modificato il corso degli eventi.
Ma, in casi del genere, il silenzio potrebbe essere inteso come tacito assenso e sollecitazione implicita a perseverare. Ragion per cui mi sento in dovere di ringraziare chi non si rassegna a subire e “ci mette la faccia”. Bravo Biagio!
Lorenzo Strona
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