Aegis Media ora sa cosa vogliono le aziende
A margine della presentazione della ricerca “What Companies Want” (vedi a pagina 8), Giulio Malegori, presidente e ceo di Aegis Media Italia, ha fatto il punto sugli sviluppi futuri del mercato pubblicitario in Italia.
«Ci attendiamo una contrazione pari al 10% rispetto all’anno precedente, recuperando dunque qualcosa nel corso del prossimo autunno, visto che il dato Nielsen, diffuso ieri, relativo al primo trimestre dell’anno, parla di un pesante –18,9%».
Per quanto concerne le previsioni sull’andamento del gruppo Aegis Media, Malegori si mostra ottimista: «L’obiettivo è performare il doppio del mercato, arrivando a una chiusura del billing gestito 2013 a quota -5%».
Paolo Stucchi, chief strategic officer di Aegis Media Italia, ha invece posto l’attenzione sul cambiamento di paradigma che investa la pubblicità. «Il modello fino a oggi dominante – spiega Stucchi – quello basato sulla vendita di “spazi” pubblicitari, lascerà sempre più il campo a un approccio diverso basato sulla vendita dello “spettatore”.
Quando si vende lo spazio la creatività non può che essere quella, perché lo spazio è unico, fisso, non modulabile, viceversa quando si vende il consumatore, la creatività può cambiare in funzione del singolo utente collegato, declinandosi diversamente, per esempio, se il destinatario è maschio o femmina, ma non solo. ciò è possibile grazie al dialogo tra due diverse piattaforme tecnologiche: la Supply Side Platform e la Demand Side Platform.
È chiaro che, a seguito dell’affermazione di queste dinamiche innovative, a risultarne penalizzate saranno soprattutto le classiche concessionarie, alle quali ci si rivolgerà sicuramente meno».
Infine Paolo Stucchi dedica un ultimo pensiero alla difficile situazione di Assocom: «Stiamo partecipando a una sotto-commissione di Assocom, che ha come scopo quello di proporre a Upa una revisione dei modelli di valutazione e calcolo delle audience».
A oggi ci sono tre proposte in lizza: la prima prevede di scegliere un’Audi, per esempio Auditel, e trasformarla, ingrandirla, affinché possa rilevare tutte le audience al posto delle altre Audi. La seconda possibilità è che le varie Audi si integrino tra loro. Infine, la terza via consiste nell’affidarsi a uno strumento terzo, come per esempio l’Eurisko Media Monitor, che superi, di fatto, il vecchio sistema».