Nuovo sito per l’Adci, Guastini verso le dimissioni
di Vanna Assumma
Sabato 29 settembre prenderà il via il nuovo sito Adci, «pensato affinché sia utile ai soci, con nuove funzionalità, e non si tratta quindi di un semplice redesign» commenta Massimo Guastini, presidente (quasi dimissionario) dell’Art Directors Club Italiano. Matteo Righi, consigliere, specifica che non si tratta solo di una rivisitazione del sito ma di tutta la piattaforma digitale dell’Adci: «Prima avevamo alcune difficoltà, ad esempio il sito era difficilmente aggiornabile, ora non più, ma soprattutto abbiamo abbandonato quel linguaggio informatico che impediva di entrare nei motori di ricerca.
Adesso siamo ben indicizzati, e la visione è perfetta su più device, anche sui tablet. L’intento è quello di diventare il punto di riferimento della community dei creativi italiani».
Ma come? La piattaforma realizzata dall’art director Marco Tironi presenta più novità, a partire dal Magazine, che è uno spazio dove soci e sostenitori sono liberi di caricare gli ultimi lavori realizzati. «In tempo reale quindi – commenta Righi – ogni campagna appena uscita può essere uploadata, e la ricerca può essere fatta per credito, industry o media».
Completamente ripensate anche le schede dei membri, concepite per diventare un profilo professionale. Oltre alla biografia, verranno pubblicati i link ai presidi personali, agli account sui social network, alle proprie foto gallery, ecc.
«E’ un modo per conoscere i soci – sottolinea Guastini – e per presentare i lavori premiati e quelli pubblicati nel Magazine. Può essere importante, ad esempio, far vedere le campagne che non vinceranno né a Cannes né agli Adci Awards, ma che si vogliono comunque mettere in mostra».
Anche l’Annual 2012, che verrà presentato a novembre, avrà una filosofia diversa, perché non proporrà semplicemente le campagne premiate ma uno spazio narrativo che contestualizzerà i lavori.
Distribuito per la prima volta da Skira Editore, curato da Pasquale Barbella in qualità di product manager, sarà titolato “Some truth about Italy” e, dopo la prefazione di Massimo Guastini, “Il vero e il falso nella pubblicità”, ospiterà saggi scritti da più voci, anche esterne all’Adci, come la docente Giovanna Cosenza. Skira venderà l’Annual cartaceo anche online, e nel 2013 potrebbe produrre una versione digitale.
«Sul sito – racconta Matteo Righi – si potranno vedere tutti gli Annual dal 1986 a oggi, quindi tutta la storia della pubblicità italiana, una banca dati sicuramente utile per gli studenti di comunicazione o chi deve fare ricerca. Siamo gli unici al mondo che permettono la visione online gratuita di tutti gli Annual».
Gli fa eco Guastini: «Del resto l’obiettivo del Club non è solo quello di migliorare gli standard della creatività ma anche quello di promuoverne la valenza presso le aziende, le istituzioni e il pubblico in generale». Il cambiamento coinvolge anche il blog, che non modifica i contenuti ma l’aspetto, integrandosi con il sito. Sabato 29 settembre, presso l’Accademia della Comunicazione, si svolgerà l’assemblea Adci dove Guastini potrebbe presentare le dimissioni.
Il condizionale è d’obbligo: «Se qualcun altro si candiderà rassegnerò le dimissioni – spiega Guastini – e poi mi ripresenterò, specificando però che il mio mandato terminerà, come da scadenza naturale, nel 2014. Altrimenti rimarrò in carica fino a tale data».
Le dimissioni di Massimo Guastini sono l’esito della sua lotta ai fake, cioè le campagne iscritte agli Adci Awards ma mai uscite sul mercato, che sono state riscontrate, a giugno 2012, all’interno della shortlist della categoria Stampa e Affissioni.
In seguito a questo avvenimento, Guastini ha sentito la necessità di “chiedere la fiducia”, cioè di verificare se la maggioranza dei soci dell’Art Directors Club condividessero ancora la sua presidenza e la stessa visione etica della comunicazione.
«Nel programma che presenterò durante l’assemblea di sabato – continua Guastini – proporrò due modifiche dello statuto e alcune novità sulla questione “fake”. Cioè dall’anno prossimo Nielsen potrebbe essere nostro partner scientifico e disporre le soglie al di sotto delle quali un investimento non può essere considerato un atto di comunicazione.
La mia idea è quella di istituire anche una categoria “Ricerca e sviluppo”, con giuria mista di creativi e uomini di marketing, dentro la quale potrebbero andare le campagne fake, che in realtà hanno una funzione utile in quanto sperimentano nuovi linguaggi. Il problema è che il fake mina la credibilità del Club, quindi su tutto quello che entra in shortlist sarà effettuato un controllo con Nielsen. Inoltre nomineremo un consiglio di saggi per intervenire nei casi border».