Fra Dolcino, destino tragico di un precursore della Riforma
L’ontano nero è un romanzo imperniato su Fra Dolcino, personaggio di notevole caratura la cui vicenda si sviluppa a cavallo tra il Duecento e il Trecento e, a distanza di sette secoli, rimane viva nella memoria delle genti del Nord Italia.
Non solo, ma i contenuti della sua predicazione, basati su un’interpretazione originale e, per quei tempi, innovativa delle Scritture, nonostante gli sforzi della Chiesa del tempo volti a ostacolarne la conoscenza, ebbero notevole diffusione tra le popolazioni della pianura Padana. Quella dell’eretico novarese rimane comunque una figura controversa che ha visto schierati su opposti fronti accaniti detrattori e appassionati estimatori: gli uni e gli altri impegnati a farne una bandiera a sostegno di opzioni politiche contrapposte.
Operazione dalla quale resta alieno l’autore, Lorenzo Strona, che ne tratteggia la figura e le vicende in un’opera nella quale la fantasia si limita a integrare le poche fonti storiche disponibili. La narrazione si articola in due parti: la prima descrive le peregrinazioni di Dolcino e dei suoi alla ricerca di un luogo dove costruire una “Gerusalemme di pace” antitetica alla corruzione dilagante tra le gerarchie della Chiesa del tempo, la seconda, segnata da sofferenze e vicende dolorose, nella quale gli eventi precipitano a un ritmo sempre più incalzante, verso un epilogo che, per molti dei protagonisti, sarà tragico e sanguinoso. L’autore ci consegna il profilo di un personaggio di rilevante statura morale che, nella successione degli eventi, sa assumere ora i tratti dell’eroe popolare schierato al fianco degli ultimi e dei diseredati, ora quelli dell’uomo di fede inflessibilmente ancorato alla propria interpretazione delle Scritture.